Kant insiste sulla “minorità” come l’incapacità
di servirsi della propria intelligenza. Bisogna pensare con la propria testa.
Facendo il contrario, ovvero clonando pensieri, concetti e idee ad altri, si
finisce con
il perdere la capacità di ragionare. Di conseguenza, si corre il rischio di
essere attaccati e infettati da altri perché indeboliti dal non pensare
autonomamente. Bisogna liberarsi dai giudizi e pregiudizi trasmessi ed
inculcati. Abbiamo un intelletto e dobbiamo ricorrervi in nome del bene e del
giusto. Lo stato di “minorità” può tornare infinitamente utile e comodo. Il
giovane non fa niente, non prova a sperimentare, non sceglie e non vive ma si
lascia vivere. Quando si preferisce lo stato di “dormienti” ci si fa trattare
come “animali domestici”. E’ difficile staccarsi dalla minorità. La pigrizia è
la causa per cui l’uomo rimane “minorenne” per tutta la vita. E’ tutto un
meccanismo! C’è persino chi vuole che non si conosca troppo perché sa che i
potrebbero superare il maestro. Quindi si evita di “mettere in scena” la realtà
vera in qualsiasi ambito. Molti vogliono essere “minori” perché vengano guidati
da altri. Preferiscono rimanere nell’ignoranza ed essere cullati e guidati da
altri che si reputano i loro tutori. Questi ultimi controllano e manipolano
i“minorenni” che hanno preferito non formarsi, non diventare “adulti”.Li ingabbiano
nei girelli per i bambini, intimorendoli circa l’idea di camminare da soli.
Terrorizzati e fanciulli rimarranno per tutta la vita. Ipnotizzati, preciserei.
Ora che viviamo nel XXI secolo, abbiamo bisogno ancora, e forse ancora di più
di queste riflessioni kantiane. Che ci liberiamo al più presto dai comodi
girelli, dalle carrozzine per i bambini, attraverso cui ci lasciamo trasportare
e trascinare verso mete che non ci appartengono, e proviamo a camminare da soli
prima che ci dominino. Svegliamo le nostre coscienze assopite! Svegliamoci!
Gianluca della Corte, III B
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