Proseguono le interviste per la rubrica Cultures of my (I)school, iniziativa che, per dirla in una maniera
vivace ed entusiasmante, ha come scopo quello di scoprire la scuola di San Cipriano dal pesante velo tetro e di far scoprire i vari fili che vanno ad
unirsi in un unico tulle colorato, vantando di un’ampia rete culturale.
Questa volta, ad essere intervistate, sono Anastasia e Quianjing
(pronunciato Cin Cin), due ragazze della
prima L del liceo linguistico.
Ciao Anastasia! Ci parli
un po’ di te?
Ciao, ho quindici
anni, sto in Italia già il secondo anno, ho fatto terza media in San Cipriano, sto
facendo liceo linguistico e studio quattro lingue e in genere conosco cinque: russo
e ucraino conosco perfetto, inglese pure so molto bene, studio spagnolo, latino
e italiano e voglio fare traduttore. Miei genitori pure stanno qua in Italia in
San Cipriano, papà fa elettrico e mamma sta senza lavoro. Loro stanno qui da 13
anni e io già al secondo anno. Io a 13 anni stavo dai miei nonni e quando mia
mamma è andata qua in Italia ha trovato lavoro e poi è venuto papà e sono
contenta anche però io in Ucraina avevo tanti amici e ora li ho lasciati in
Ucraina e adesso sono sola, dentro la scuola ce l’ho tanti amici però fuori
dalla scuola sto sola. Fuori posso parlare solo con i miei amici con lo Skype,
con internet. A me piace molto cultura giapponese. Voi conoscete che cos’è
l’anime? Invece in Ucraina ce ne sono troppi di anima invece qui in Italia solo
due. Ancora mi piacciono Manga.
E tu, Cin Cin?
Ciao, mi chiamo Cin
Cin e sono in Italia un anno, sto facendo linguistico ma non capisce tanto
lingua. In Cina io solo studio inglese e basta. Anche mia mamma e papà lavoro
in casa e anche non uscire tante solo comprare qualcosa e uscire non parlare
con italiano quindi in casa nessuno parla italiano. C’è un fratello in Cina più
piccolo e vive con mia nonna.
Com’è stato il tuo
approccio con l’Italia? Cos’hai provato?
·
Anastasia: Non ho provato tante cose nuove, è diversa, non mi trovo bene perché
noi ascoltiamo musica diversa. Io ascolto Metal invece qua non lo ascoltano,
ascolto Witch house..
·
Cin Cin : Primo giorno io molto molto felice perché venire Italia, quando io
venni a Italia primo giorno molto contenta allora poi perché in Cina io dire
Cinese e in Italia dire Italiano. Poi io uscire con altre persone e non
capisci.
Siete riuscite a
legare con gli italiani?
·
Anastasia: Sì.
·
Cin Cin: No. Con cinese.
I vostri genitori
sono contenti del vostro essere approdati ad una cultura italiana?
·
Anastasia: Sì, perché se studio qua in Italia questi cinque anni, poi se finisco
il liceo bene posso andare anche in Università qua in Italia e posso prendere
lavoro da qualsiasi parte, invece se finissi la scuola in Ucraina potrei
prendere lavoro solo in Ucraina. Invece dopo il liceo, se finisco bene, mia
cugina mi ha detto che mi può prendere a
lavoro in Mosca. Mi piace tutte le materie tranne storia e geografia.
·
Cin Cin: Sì, perché in Cina io ero molto timida e loro vogliono me parlare con
tante persona, studiare molto lingua e poi uscire, fare amicizia e conoscere.
Anastasia, tu prima
hai parlato di differenza di mentalità, di gusto. E’ un punto a favore o a
sfavore dell’Italia?
E’ un po’ in positivo
e un po’in negativo. E’ negativo perché le persone sono un poco strane, non
sono come noi. Da noi ci stanno delle cose che si capiscono senza parlare di
queste cose invece qua te le devono chiedere, sono piccoli e non sanno parlare
di loro. Qua è diverso tutto, il comportamento è un po’ brutto perché qua
gridano ad esempio, e un po’ bello.
Una cosa che non ti
piace dell’Italia..
·
Anastasia: Qua si studia di meno. In Ucraina ad esempio questo che passiamo adesso
in matematica l’abbiamo passato due anni fa. Pure inglese in Ucraina abbiamo
studiato di più, molto di più e adesso questo che stiamo facendo adesso lo so
già. Là è troppo difficile. Posso raccontare della scuola là: io c’avevo una
professoressa di matematica che prendevo sempre voti bassi perché non ho pagato
per lei, per le lezioni. Alcune professoresse sono così. Io c’avevo solo due
professoresse così. La scuola qua non si pulisce invece da noi ogni mese noi
paghiamo per 30 euro per la scuola: è troppo pulita, troppo bella e troppo
sistemata. In Ucraina le persone hanno un talento, ad esempio io so disegnare
invece qui non si impegnano. Ancora una cosa sulla religione. Qua la pensano,
invece in Ucraina no. Io non so la preghiera in ucraino invece qua sì, tutti
vicino alla madonna.
·
Cin Cin: Non so. Poi mia famiglia non c’è religione.
Cosa ne pensi del
professore italiano?
·
Anastasia: Sono troppo belli, cioè sono buoni, cioè insegnano bene, spiegano e mi
trattano bene.
·
Cin Cin: In Cina il professore scrive tante in qua professore solo guardare un
libro e spiegare ma in Cina non è così, il professore scrive tante in lavagna
ma anche spiega. Questo invece è solo leggere e io non capito.
Cos’hai portato del
tuo Paese in Italia?
·
Anastasia: Cioè, io a casa mangio cose ucraine però qua non le mangia nessuno tipo
“Borsch”, è una zuppa rossa con insalata.
·
Cin Cin: Niente. Musica cinese. Mi piace molto. Qui mangiare riso, solo mattina
no.
Tre cose per te
fondamentali…
·
Anastasia: Le persone che ti possono capire, studio e famiglia.
·
Cin Cin: Famiglia, giocare
in computer, amicizia.
A cosa pensi se ti
dico “uguaglianza”?
·
Anastasia: che nessuno è uguale. Lo so che significa parola uguaglianza però
quando vedo ucraini e italiani sono ancora diversi.
·
Cin Cin: Io penso che quando amico c’ha qualcosa e
io non ce l’ha.
Conclude così la breve intervista che mira a creare agganci
e comunicazioni all’interno della scuola come luogo di formazione di singoli
individui ma che uniti diventano gruppo.
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