mercoledì 17 dicembre 2014

“VENTO DI LEGALITA’!”

Ehilà, gente!
Vi sono mancata? Mhh, non credo proprio!
Non ho la più pallida idea del perché abbiate cliccato su questo link, ma adesso che ci siete chiudete la pagina Facebook che- io lo so- state scorrendo, con la faccia da ebeti annoiati da un tempo paragonabile a quello della seconda glaciazione e fermatevi un  attimo.
Come al solito sono qui per ammorbarvi con le telecronache degli eventi che interessano il nostro liceo- o una parte del suddetto- quindi,facciamo questa cosa e che sia breve e indolore per tutti.
Sono qui per parlarvi di una cosa abbastanza seria che ha interessato alcune classi del nostro amato Segrè  dall’inizio di Settembre e ha trovato il suo culmine esattamente  nella giornata del 28 novembre 2014: il progetto “Vento di legalità”.

Partiamo dal principio. Cos’ è Vento di legalità?

“Vento di legalità” è un’idea nata dal cuore e dalla sensibilità civica e cristiana della dott.ssa  Caterina Viola, con l’intento di promuovere tra gli studenti delle scuole Secondarie di primo e secondo grado la cultura della  legalità e giustizia. Si tratta di una sfida ardua poiché la società domanda fatti e soprattutto testimoni. I giovani hanno bisogno di esempi, quelli che non hanno attorno a loro,sia  per riscoprire la voglia di vivere diversamente, sia per imparare a dire “sì” quando è giusto, e dire “no” quando lo esigono l’etica e la giustizia,
 oltre i propri interessi o vantaggi personali.

        
In queste righe è sintetizzato un bellissimo pensiero, che descrive il tutto dell’evento meglio di quanto io potrei mai fare, ma comunque spero di riuscire a trasmettere cosa questo progetto ha realmente significato per me.
Probabilmente adesso penserete ad una delle tante insulse iniziative scolastiche, volte al conseguimento di  punti di credito,vi confesso che, inizialmente, ero parecchio titubante nel partecipare io stessa. Vi spiego perché:  come ragazzi che vivono nella terra dei fuochi, fin da piccoli,a livello scolastico, siamo sempre stati coinvolti in pseudo-progettazioni che riguardavano la nostra terra devastata.
Il copione era sempre lo stesso, il tema monotematico e noi studenti venivamo messi a lavorare su cose che alla fine non ci venivano neanche spiegate a dovere. Ho sempre avuto la sensazione che le istituzioni- semmai lo facevano- si interessassero a noi solo come “quei ragazzi sfortunati di San Cipriano”, non come persone, ma semplicemente come dei relitti allo sbando.
I rappresentanti delle istituzioni venivano nelle nostre scuole, dicevano qualche bella parola  e poi magicamente sparivano;noi venivamo accantonati in un angolo con i nostri cartelloni colorati, gli sguardi confusi e le speranze infrante. Ogni volta e così sempre, in un circolo vizioso che ci portava se non all’apatia, ma alla disillusione e alla sfiducia totale. 
Ma questa volta, ho avuto il piacere di ricredermi e di poter contraddire ogni singola lettera sovrascritta: Vento di legalità è stato il compenso a quella mancanza , ha portato un’aura fresca alla questione ambientale, e ci ha dato la sensazione di essere visti come delle potenzialità nascenti. Alla fine è stata una di quelle esperienze che mi hanno dato veramente possibilità di crescere, e di farmi maturare a 360 gradi.
Sentimmo parlare del progetto in una tranquilla giornata scolastica di Settembre, quando la prof Ferraiuolo ci propose di partecipare all’iniziativa. Il tema assegnato al nostro Istituto era l’inquinamento ambientale. Insieme con la mia classe, non sapendo cosa ci aspettava, decidemmo di partecipare. Alla fine eravamo un totale formato da 5Z, 4Z, 3Z, e 5B.
Sono stati mesi di lavoro intenso per tutti noi ragazzi coinvolti: quello che dovevamo fare era presentare un nostro lavoro che trasmettesse il così detto “senso di legalità” a una giuria di esperti. Compito sicuramente non facile per degli studenti, ma stimolante da ogni punto di vista perché, in primo luogo, ha comportato una messa in discussione di tutti i nostri pensieri a riguardo. Una cosa che ho apprezzato particolarmente del concorso è stato il fatto che noi ragazzi potessimo esprimerci in modi assolutamente originali e soprattutto personali.
Non  è stato posto alcun limite alla nostra creatività, e proprio per questo le forme dell’elaborato sono state tante e varie:da formato video, a articolo di giornale, a racconto originale, a cortometraggio. Personalmente ho avuto modo, per la prima volta, di cimentarmi nella stesura di uno pseudo-copione per un breve cortometraggio , poi messo a punto con la mia classe. 
Devo dire che non dimenticherò mai i pomeriggi frenetici di riprese, i luoghi e le battute improvvisate. Abbiamo passato due mesi a riflettere su come rendere migliore il nostro essere cittadini, ma la cosa per me importante è stato farlo in compagnia, ridendo e scherzando tra di noi. Sono sempre più convinta che le esperienze formative abbiano valore solo se fatte a misura di ragazzo: Vento di Legalità ci ha messo in gioco dal primo all’ultimo.
Il D-Day era fissato per il 28 novembre, data della premiazione.
Come piccola rappresentanza del liceo si siamo riuniti al Santuario Mia Madonna e Mia salvezza di Casapesenna e sono rimasta totalmente scioccata quando ho visto il fiume di gente venuto da ogni parte di Italia. C’erano scuole arrivate persino da Basilicata, Valle d’Aosta e Sicilia. 
La giornata è iniziata ufficialmente alle 9 di mattina. C’eravamo noi, forse 5.000 ragazzi stipati in una sala, e diversi membri della giuria su un rialzo. A prendere la parola è stata Caterina Viola-la mitica organizzatrice del tutto - che ha dato il via ad una serie infinita di ringraziamenti che sono duranti all’incirca 2 ore. In quella lista mancavamo solo io, Galdalf, Silente e Babbo Natale.
Sono stati fatti alcuni interventi illuminanti, abbiamo avuto modo di ascoltare magistrati, giudici, senatori, vittime di mafia, e da tutti quei discorsi ho potuto individuare in filo comune: il volere mettere in luce esempi  positivi per i giovani, dando risalto alla così detta  “figura dell’eroe”. Una figura vista non come un mitico preudo-omosessuale con le cosce strette in calze blu e mutandoni, ma un esempio moderno di legalità individuato nelle persone che ogni giorno portano a termine la loro personale battaglia contro ogni sorta di sopruso.
La manifestazione si è prolungata fin quasi alle sei del pomeriggio, quando sono state fatte le premiazioni.
Forse l’unico appunto”negativo” che vorrei fare della giornata è questo: c’erano bambini delle elementari quasi con la bava alla bocca per la stanchezza. Noi studenti delle superiori riusciamo a tenere alto un certo grado di attenzione, ma considerando che la manifestazione non riguarda una, ma diverse fasce d’età, e tenendo conto che è già difficile ottenere l’attenzione di un bambino per più di due secondi-a meno che non si parli di Transformers ovviamente- forse nel futuro si dovrebbero ridimensionare i modi e i tempi.
Vi è stato anche un momento di dibattito in cui abbiamo potuto porre diverse domande  ai ministri,senatori,ufficiali(allego il video qui sotto):  sono stata contenta di poter discorrere di un tema che mi tocca molto da vicino. Ho parlato della fuga dei cervelli e delle terre abbandonate in cui vivo. Ho ricevuto una risposta carica di fiducia in un momento storico in cui viene a mancare quasi la speranza,  e mi è rimasta in fondo l’amarezza di non aver potuto dire a quei ministri-e parlo da semplice studentessa- che ,alla fine di tutto,eroi e speranza, non possono colmare il senso di abbandono da parte delle istituzioni che sentiamo ogni giorno.
Vivo nella terra dei fuochi, e come ogni ragazzo che per chissà quale scherzo del destino si è trovato ad essere partecipe di questa realtà, so benissimo cosa significhi: mi basta guardarmi in giro e vedere la mia famiglia che muore e i rifiuti che ingombrano le strade a farmi sentire in un certo qual modo “diversa”.
Diversa quanto ho capito che la normalità in cui vivevo non era quella degli altri ragazzi della mia età.
Diversa quando si parla di mafie e tutti sono sempre pronti a puntare il dito per etichettarti e farti sapere quanto sei insignificante, inutile.
Diversa quando alla fine di tutto,una condanna di cui non puoi avere colpa ti pesa sulla testa. Ma soprattutto diversa quando sai che scegliere la legalità non è scontato per tutti, che questa non è circoscritta ad un singolo evento, ma è un percorso continuativo che si manifesta in ogni più piccola scelta e decisione che prendiamo ad ogni bivio della nostra vita.
Nonostante tutto, sono tornata a casa, con la consapevolezza di non aver sprecato 3 mesi della mia vita a rincorrere farfalle.
 Quello che dovevo dire, ho fatto in modo di esprimerlo nel migliore dei modi nel cortometraggio .  Delle persone che ho sentito parlare quel giorno, le voci sono rimasti come degli echi indelebili, di una volontà che non conosce limiti.
Ho riflettuto e mi sono emozionata ad alcune testimonianze. Ho maturato la consapevolezza che i veri eroi, non devono essere visti come persone lontane e straordinarie- sarebbe una giustificazione troppo semplice per la nostra coscienza-  ma come persone giù dal piedistallo, che    fanno di gesti,che dovrebbero essere scontati per tutti, la loro unicità.
Ho imparato come posso trasformare la mia diversità in un punto di vantaggio!

 Fabiola Castaldo

Ps. Congratulazioni alle ragazze della 3Z per il loro attestato di merito al racconto “E sarà l’aurora!” Siete forti ragazze!
PPs. Ad un certo punto, intorno alle 5, 5 e mezza alcuni del nostro gruppo sono sprofondati in stato comatoso per via la stanchezza. Non sappiamo se si riprenderanno mai.


Nessun commento:

Posta un commento