venerdì 13 novembre 2015

SOTTO COPERTURA: L’ARRESTO DI ANTONIO IOVINE

Sotto Copertura, la fiction RAI andata in onda il 2 e il 3 Novembre, è stata un grandissimo successo: circa 6 milioni di spettatori, con uno share del 24,14% per la seconda parte. Girata interamente a Casal Di Principe, racconta in chiave romanzata, l’arresto di Antonio Iovine, che insieme a Michele Zagaria e Francesco Schiavone è stato uno dei principali boss camorristici del Clan dei Casalesi.
Iovine, detto o’ ninno, è un latitante, assistito ogni fine settimana da Anna Corradi, una giovane ragazza di Casal Di Principe che svolge per lui le faccende domestiche e gli tiene compagnia. Quando, però, Iovine consiglia ad Anna di fidanzarsi per non destare sospetti, ella si innamora del concittadino Emilio, che scopre la verità e le chiede di cambiare vita. La ragazza, spinta dalla famiglia e dal boss a lasciare Emilio, si ribella; ma, quando crede che Iovine l’abbia perdonata, assumendo al posto suo la cugina, egli pianifica di farla uccidere. Nel frattempo il commissario della Squadra Mobile della Questura di Napoli, Michele Romano (personaggio ispirato a Vittorio Pisani, il dirigente che effettuò realmente la cattura del boss), insieme ad alcuni poliziotti coraggiosi intercetta Anna, la sua famiglia ed Emilio, riuscendo infine a catturare Iovine, che era andato ad un pranzo di famiglia (al quale era presente la famiglia di Anna e della sua attuale vivandiera) per vedere la ragazza per l’ultima volta.
Ma cosa c’è di vero in questa storia? È davvero andata così?
In realtà, molti aspetti della fiction sono falsi, a cominciare dall’arresto. Antonio Iovine è stato sì arrestato a Casal Di Principe il 17 Novembre 2010, ma non c’era nessuna donna da andare a trovare: il boss era nascosto in un covo a casa di un suo presunto fiancheggiatore. Secondo il suo avvocato, Valeria Maffei, infatti, la storia d’amore con Anna è completamente inventata, mentre la fiction lascia intendere che il boss sarebbe potuto sfuggire alla cattura, se non si fosse recato in quella casa per vederla un’ultima volta. Sempre il suo avvocato, inoltre, in un’intervista al Fatto Quotidiano sottolinea che nella fiction solo il nome del suo assistito non è stato cambiato, mentre gli altri sì, e che allora ci si poteva attenere a fatti più reali. Dato che racconta dell’arresto di Iovine, la fiction non menziona i fatti accaduti negli anni successivi, tra cui il pentimento del boss, che ora è un collaboratore di giustizia, e l’arresto anche di Michele Zagaria.
Nonostante queste discordanze, giustificabili dal fatto che la fiction è ispirata alla storia reale e non è un documentario di fatti realmente accaduti, la miniserie è piaciuta molto, perché capace di commuovere e coinvolgere lo spettatore, soprattutto quando questo ha assistito alla reale cattura. In essa è presente anche un riscatto dei cittadini di Casal Di Principe, che hanno partecipato e assistito, io per prima, alla realizzazione di questo progetto, e che, attraverso esso, hanno voluto dimostrare che Casale non è solo terra di Camorra. Il cast stesso, dopo la permanenza nel paese, ha ringraziato i cittadini per la loro ospitalità e gentilezza, e si è fatto promotore della campagna #metticilafaccia (che prende il suo nome dalla colonna sonora, cantata dal rapper Lucariello), con la quale si invitano tutti a metterci la faccia e a non vivere nell’omertà e nella sottomissione.
Alessandra Iorio



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