sabato 4 novembre 2017

“Ucciso perché solo” Il valore educativo del ricordo.



Il giorno 23 settembre 2018, al ‘Parco della legalità’ di Casal di Principe, si è tenuta, nell'ambito delle attività della Summer School UCSI - AGRORINASCE, una lezione di giornalismo investigativo dal titolo” Ucciso perché solo”, avente come obiettivo quello di approfondire e ricordare il barbaro assassinio del giudice Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo e della sua scorta.
Moderatore dell’evento il dottor Luigi Ferraiuolo, direttore della Summer School, che ha illustrato ai presenti le tematiche da trattare cedendo poi la parola al dott. Leonardo Guarnotta, membro del pool antimafia coordinato dal giudice A. Caponnetto e giudice istruttore, insieme a Falcone, Borsellino e Di Lello, del maxiprocesso alla mafia.
Appassionata è stata la testimonianza del giudice Guarnotta che ha ripercorso, con un viaggio nella memoria, gli anni di intenso lavoro del pool, evidenziando le difficoltà incontrate in un periodo storico in cui ci si interrogava persino sulla reale esistenza del fenomeno mafioso ed annoverando i depistaggi e i silenzi omertosi con i quali cozzava il loro desiderio di legalità e giustizia.  
Il Dottor Guarnotta, durante la sua conferenza, ha raccontato, anche con molti importanti particolari, quella che è stata la sua esperienza lavorativa, e soprattutto di vita, con i due giudici uccisi dalla mafia, Falcone e Borsellino, facendo emergere anche il lato caratteriale e personale dei due e la sua stessa emotività, commuovendosi nel ricordare momenti carichi di emozioni.  Il giudice ha definito la sua esperienza irripetibile, fantastica, indimenticabile, ma foriera di una ferita terribile.
 La lezione è proseguita con la testimonianza di Antonio Roccuzzo, caporedattore ‘La7’, che in quegli anni lavorava a Palermo e che ha ricostruito le principali tappe dell'ascesa della mafia nell'anno dell'uccisione di Falcone e di Toni Mira, inviato di ‘Avvenire’.
 Affascinante e al tempo stesso scioccante è risultato il racconto di Toni Mira, il quale ha narrato la storia della giovane Rita Atria, una testimone della giustizia italiana, che dopo la morte del padre e del fratello, entrambi mafiosi, decide di collaborare con la polizia in nome della giustizia, lavorando al fianco di Borsellino, al quale si lega con un rapporto quasi filiale. Rita, una settimana dopo la morte di Borsellino, si toglie la vita, lanciandosi dal settimo piano di un palazzo a Roma, dove viveva in segreto. Questa giovane ragazza era ed è ancora oggi considerata un modello di coraggio, una donna che avrebbe sicuramente meritato una vita migliore.
Questo incontro è stato, soprattutto per i novelli scrittori del giornalino scolastico ‘I-School’, altamente educativo dal punto di vista culturale ed umano, offrendo la possibilità di conoscere realtà fortemente attuali e di riflettere sulla valenza formativa del ricordo di cittadini che hanno agito, impegnato e sacrificato la loro vita per gli ideali di legalità e giustizia.

 Maria Cristiano VZ

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