Guardare
avanti sì, ma ad una condizione:
“tenere
sempre conto della tradizione’.
E’questo uno dei primi interventi fatti alla
Conferenza sul Liceo Classico, tenutasi lo scorso 22
novembre presso l’Aulario del Dipartimento di Lettere dell’Università
degli studi “Vanvitelli” di Santa Maria Capua Vetere, intervento abbastanza
forte, ma essenziale. È riassunto in queste parole, tratte dalla canzone
‘Rinnegato’ di Edoardo Bennato, il fulcro del discorso affrontato sul
l’importanza e la valenza del Liceo Classico in una società che, oggidì, lo
emargina, lo sottovaluta.
Diversi i
‘processi’ indetti contro questo indirizzo scolastico poiché INUTILE per
lo sviluppo sociale. In questo ambito conflittuale, acerrimo nemico del
Classico è stato senz’altro l’economia, ormai
motore dello sviluppo sociale.
A
controbattere su questo punto c’è l’intervento della Preside
dell’Istituto ‘’Pietro Giannone’’ di Caserta:
<<Il
Liceo Classico forgia menti libere>>.
La Preside ritiene,
infatti, che il liceo classico doni all’individuo un’apertura mentis che gli
permette di <<affrontare i problemi della
vita spezzandoli e analizzandoli come un testo latino>> e di andare oltre
le cose: grosso svantaggio per l’economia, la politica e le loro manovre
sinistre. Proprio per questi vantaggi, infatti, in alcuni paesi per entrare a
far parte del mondo dell’economia è OBBLIGATORIO sostenere un esame di storia e
letteratura greca.
Circa il
liceo classico si è anche discusso dell’introduzione di un nuovo metodo
innovativo e più semplice con cui trasmettere i contenuti delle discipline
classiche agli alunni. Sono diverse le posizioni prese e quasi nessuna
favorevole. Paolo De Paolis dice: <<Tutto ciò che è
semplice condanna al fallimento>> ; c’è anche chi tende ad
escludere l’idea di un metodo più semplice che escluda lo studio a
memoria della grammatica :<<Non si riesce a trovare un
metodo innovativo perché si ci basa su testi che prevedono un riferimento
costante alla grammatica>>.È quasi del tutto condiviso un metodo
abbastanza rigido e organizzato ed è forte e chiaro l’invito a
non farsi trasportare dal desiderio di innovazione perché, come precisa la
Preside del Giannone, dire che il liceo classico venga innovato è un ossimoro.
Si prosegue
poi con la presentazione del libro di Michele
Napolitano intitolato ‘’ Il liceo classico: qualche
idea per il futuro’’.
È definito
dal prof.
Zarrillo <<il
libro della passione >>, la passione che Napolitano esprime per il suo
lavoro e per il liceo classico presentato nel suo libro come un malato grave
che ha bisogno di una diagnosi. Il libro è suddiviso in due parti: una prima in cui
vengono analizzate le diverse difficoltà incontrate dal liceo classico; ed una
seconda in cui si discute di didattica, definita "nodo del problema''. È un
libro lucido, utile e passionale.
Raffaella Cecoro IIIZ
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